lunedì 26 settembre 2011

Diritto fondamentale alla libertà di educazione. La scuola omogenea per sesso, una modalità organizzativa


WORKSHOP

Diritto fondamentale alla libertà di educazione
La scuola omogenea per sesso, una modalità organizzativa



Relatore: José Luis Martínez López-Muñiz, professore ordinario di Diritto Amministrativo presso l’Università di Valladolid (Spagna)

Modera: Antonella Sciortino, professore ordinario di Diritto Costituzionale - Facoltà di Giurisprudenza – Università di Palermo

giovedì 29 settembre 2011 – ore 18.00

Facoltà di Scienze della Formazione
Corso Calatafimi 219 – Palermo

Appena possibile sarà inserito il testo della relazione principale.


lunedì 19 settembre 2011

Nelle scuole mancano figure maschili e i primi a rimetterci sono i bambini

L'appello de Le Figaro: "Salviamo i maschietti!"


Nelle scuole mancano figure maschili e i primi a rimetterci sono i bambini

I bambini non hanno più figure maschili di riferimento! E’ questo l’allarme lanciato in Francia da Le Figaro, quotidiano di larga diffusione, col titolo: “Salviamo i maschietti!”. Senza modello maschile, come cresceranno? Gli fa bene un mondo immaginario e reale fatto solo di gonne e figure maschili spesso (vedi la TV!) solo violente o narcisiste?

Il quotidiano francese punta il dito sul fatto che nelle scuole materne ed elementari ci sono solo maestre e ha ragione; anche in Italia, solo lo 0.7% degli insegnanti sono maschi alle materne e solo il 3.8% alle elementari. Facile dire che ai bambini serve una figura materna, ma le figure dei due sessi sono complementari e indispensabili. E avere una scuola in cui le maestre sono oltre il 90% deve far riflettere: è uguaglianza? Si dirà che nessuno impedisce a un uomo di entrare nella scuola. Già; ma un primo ostacolo è lo stipendio da maestro, che di solito non basta per mantenere una famiglia; più sostennibile e approcciabile per le donne che hanno già una fonte di reddito in casa. Il Nouvel Observateur (quotidiano progressista) riprende l’allarme dello psichiatra infantile Stéphane Clerget: lo sbilanciamento di insegnanti donne/uomini nuoce all’apprendimento dei maschietti; non è un problema di avere meno maestre, ma di riequilibrare un insegnamento devirilizzato, spiega.

Le Figaro aggiungeva anche un’altra chicca: i figli dei divorziati finiscono quasi sempre con l’essere assegnati alla mamma, e il babbo lo vedono solo in qualche week-end dove il genitore maschio finisce per far la parte del parco-giochi per accattivarsi come può un pizzico di cuore del figlio; risultato è che il figlio associa la figura paterna alla giocoleria e a nient’altro. E le figure maschili che passano in TV sono le star dello show biz: cantanti, calciatori, giornalisti d’assalto, urlatori dei talent-show; e vorrei vedere chi di voi le vede come modelli cui ispirare i figli. Ma è questo che i figli bevono.

Oltretutto nel panorama dei bambini è avvenuto anche un altro sovvertimento nel rapporto visivo maschi/femmine. Sono scomparsi i preti. Sono pochi, in Chiesa non ci si mette più piede e il prete ha comunque perso autorità sui media e nella società. Ed è un guaio, perché crolla una roccia dell’educazione e della solidarietà sociale di cui pagheremo e già paghiamo il prezzo. Se poi aggiungiamo la tradizionale tracotante latitanza dei padri nell’educazione dei figli, la frittata è fatta. La bilancia è inclinata: vincono (numericamente e temporalmente) le donne; ma in realtà (per colpa degli uomini volenti o nolenti) pèrdono tutti.

L’allarme per i bambini della “morte del maschio” non deve essere sottovalutato: è un danno per la psiche in formazione, mentre per il pediatra è un fattore di rischio per lo sviluppo; ci sembra attuale anche in Italia. Forse le pari opportunità si dovrebbe offrirle anche ai bambini.

di Carlo Bellieni, L'Occidentale, 18 Settembre 2011