venerdì 14 ottobre 2011

“SUCCESSO NELL’EDUCAZIONE. INSEGNAMENTO PERSONALIZZATO”


Concluso a Varsavia il 3° Congresso Internazionale dell’Educazione Single-Sex. 500 partecipanti dai 5 continenti
Tra i relatori anche un'italiana, Alessandra La Marca, dell'Università di Palermo

A Varsavia si è svolto il III Congresso Internazionale dell’Educazione Single-Sex.


“Successo nell’educazione. Insegnamento personalizzato”.

Fonte: http://www.easse.org.pl/

L’insuccesso scolastico, il drammatico crollo del livello dell’educazione in generale, specialmente nella lettura, le gravi difficoltà nel mantenere la disciplina a scuola, la violenza a scuola, la qualità scadente delle relazioni tra gli allievi, l’aumento del numero di persone che presentano forme di dipendenza. Questi sono solo alcuni dei problemi che toccano l’educazione, non solo in Polonia. Le principali domande che tutti si pongono sono: cosa fare affinché la scuola torni ad essere un luogo sicuro? Come aiutare le famiglie a scoprire il potenziale educativo insito nella scuola? Come favorire negli studenti il desiderio di apprendere?

Una delle risposte che appaiono efficaci è quella dell’educazione personalizzata e single-sex. I risultati di questo tipo di educazione sono stati presentati per la prima volta in Polonia in occasione del III Congresso Internazionale organizzato da EASSE, che ha avuto luogo presso il Marriott Hotel a Varsavia (7-8 ottobre 2011), al quale hanno partecipato 500 persone provenienti dai cinque continenti.

Tra i principali relatori: Jaume Camps (Spagna), Cornelius Riordan (Stati Uniti), Cristina Hoff-Sommers (Stati Uniti), e Bogusław Śliwerski (Polonia).

Apprezzato l'intervento dell'italiana Alessandra La Marca, dell'Università di Palermo


Fonte: http://www.easse.org.pl/
Gli atti del congresso, già disponibili, contengono inoltre il testo delle numerose comunicazioni e anche quello degli interventi della tavola rotonda organizzata con professionisti del mondo dell’educazione provenienti dai cinque continenti: Australia (Oceania), Argentina (America), Congo (Africa), Spagna (Europa) e Filippine (Asia).

Ulteriori informazioni: www. easse.org



giovedì 13 ottobre 2011

III CONGRESSO INTERNAZIONALE EASSE - Varsavia, 7-8 ottobre 2011 - Conclusioni

Hotel Marriott, Varsavia (Polonia). Fonte: http://www.easse.org.pl/
CONCLUSIONI del Congresso

1. L’equità richiede che i bambini e le bambine siano trattati in modo adeguato affinché sia ottenuta una reale uguaglianza di opportunità. L’educazione single-sex favorisce tale obiettivo.

2. La scuola single-sex è un tipo di organizzazione scolastica che consente di trattare adeguatamente le questioni di genere nelle aule.

3. E’ necesario un incremento nel numero e nella qualità delle ricerche scientifiche riguardo ai benefici dell’educazione mista e di quella single-sex.

4. La comunità educativa richiede che le pratiche didattiche siano efficaci. Il corpo docente delle scuole single-sex può contribuire alla diffusione delle esperienze positive che realizza nelle proprie aule.

5. La scuola pubblica non può rimanere esclusa dai possibili benifici educativi che sono offerte dall’educazione single-sex in aula. Tutti i paesi devono offrire questa possibilità alle famiglie. Il contrario costituirebbe una regressione ed un impoverimento.

6. Consentire ai genitori la scelta della scuola costituisce un valore aggiunto nell’educazione dei figli. Per tanto, è molto importante che i genitori possano scegliere il modello pedagogico e il progetto educativo che considerano migliore per i propri figli, sia esso misto o single-sex. E che possano farlo a parità di condizioni, qualunque sia la scelta fatta.

(traduzione italiana non ufficiale)

lunedì 26 settembre 2011

Diritto fondamentale alla libertà di educazione. La scuola omogenea per sesso, una modalità organizzativa


WORKSHOP

Diritto fondamentale alla libertà di educazione
La scuola omogenea per sesso, una modalità organizzativa



Relatore: José Luis Martínez López-Muñiz, professore ordinario di Diritto Amministrativo presso l’Università di Valladolid (Spagna)

Modera: Antonella Sciortino, professore ordinario di Diritto Costituzionale - Facoltà di Giurisprudenza – Università di Palermo

giovedì 29 settembre 2011 – ore 18.00

Facoltà di Scienze della Formazione
Corso Calatafimi 219 – Palermo

Appena possibile sarà inserito il testo della relazione principale.


lunedì 19 settembre 2011

Nelle scuole mancano figure maschili e i primi a rimetterci sono i bambini

L'appello de Le Figaro: "Salviamo i maschietti!"


Nelle scuole mancano figure maschili e i primi a rimetterci sono i bambini

I bambini non hanno più figure maschili di riferimento! E’ questo l’allarme lanciato in Francia da Le Figaro, quotidiano di larga diffusione, col titolo: “Salviamo i maschietti!”. Senza modello maschile, come cresceranno? Gli fa bene un mondo immaginario e reale fatto solo di gonne e figure maschili spesso (vedi la TV!) solo violente o narcisiste?

Il quotidiano francese punta il dito sul fatto che nelle scuole materne ed elementari ci sono solo maestre e ha ragione; anche in Italia, solo lo 0.7% degli insegnanti sono maschi alle materne e solo il 3.8% alle elementari. Facile dire che ai bambini serve una figura materna, ma le figure dei due sessi sono complementari e indispensabili. E avere una scuola in cui le maestre sono oltre il 90% deve far riflettere: è uguaglianza? Si dirà che nessuno impedisce a un uomo di entrare nella scuola. Già; ma un primo ostacolo è lo stipendio da maestro, che di solito non basta per mantenere una famiglia; più sostennibile e approcciabile per le donne che hanno già una fonte di reddito in casa. Il Nouvel Observateur (quotidiano progressista) riprende l’allarme dello psichiatra infantile Stéphane Clerget: lo sbilanciamento di insegnanti donne/uomini nuoce all’apprendimento dei maschietti; non è un problema di avere meno maestre, ma di riequilibrare un insegnamento devirilizzato, spiega.

Le Figaro aggiungeva anche un’altra chicca: i figli dei divorziati finiscono quasi sempre con l’essere assegnati alla mamma, e il babbo lo vedono solo in qualche week-end dove il genitore maschio finisce per far la parte del parco-giochi per accattivarsi come può un pizzico di cuore del figlio; risultato è che il figlio associa la figura paterna alla giocoleria e a nient’altro. E le figure maschili che passano in TV sono le star dello show biz: cantanti, calciatori, giornalisti d’assalto, urlatori dei talent-show; e vorrei vedere chi di voi le vede come modelli cui ispirare i figli. Ma è questo che i figli bevono.

Oltretutto nel panorama dei bambini è avvenuto anche un altro sovvertimento nel rapporto visivo maschi/femmine. Sono scomparsi i preti. Sono pochi, in Chiesa non ci si mette più piede e il prete ha comunque perso autorità sui media e nella società. Ed è un guaio, perché crolla una roccia dell’educazione e della solidarietà sociale di cui pagheremo e già paghiamo il prezzo. Se poi aggiungiamo la tradizionale tracotante latitanza dei padri nell’educazione dei figli, la frittata è fatta. La bilancia è inclinata: vincono (numericamente e temporalmente) le donne; ma in realtà (per colpa degli uomini volenti o nolenti) pèrdono tutti.

L’allarme per i bambini della “morte del maschio” non deve essere sottovalutato: è un danno per la psiche in formazione, mentre per il pediatra è un fattore di rischio per lo sviluppo; ci sembra attuale anche in Italia. Forse le pari opportunità si dovrebbe offrirle anche ai bambini.

di Carlo Bellieni, L'Occidentale, 18 Settembre 2011



giovedì 4 agosto 2011

Differenze di genere nei risultati educativi: Studio sulle misure adottate e sulla situazione attuale in Europa 2010

Pubblicazione rete Eurydice
Differenze di genere nei risultati educativi: Studio sulle misure adottate e sulla situazione attuale in Europa 2010


Lo studio offre una mappatura delle politiche e delle strategie messe in atto in Europa per affrontare le disuguaglianze di genere nei sistemi educativi di oggi.

L’analisi esamina in che modo viene affrontata nei paesi europei la disuguaglianza tra i sessi nell’ambito dell’istruzione. Ne risulta che sussistono ancora grandi differenze per quanto concerne la scelta degli studi e i risultati degli stessi.

In particolare, gli stereotipi continuano ad essere la principale sfida per la parità tra i sessi nel settore educativo, anche se tutti i paesi europei dispongono di politiche in materia o intendono dotarsene.

Lo studio della rete Eurydice copre tutti i livelli di istruzione e riguarda 29 paesi (tutti gli Stati membri dell’UE, tranne la Bulgaria, oltre all’Islanda, il Liechtenstein e la Norvegia).

E' disponibile il testo completo italiano

giovedì 28 aprile 2011

Identità sessuale e di genere a scuola (testo completo)

L’articolo che segue è tratto da "Orientamenti Pedagogici", Vol. 57, n. 2 (338), numero marzo-aprile 2010, pp. 281-294, Edizioni Erikson Trento.


Esperienze e documenti

di Giuseppe Zanniello (Università di Palermo)

Identità sessuale e di genere a scuola

L’attuale situazione di confusione teorica e pratica sulle tematiche della coniugalità richiede una specifica preparazione degli alunni ai rapporti corretti con le persone dell’altro sesso. La diffusione di concezioni radicali in tema di identità sessuale e di identità di genere sollecita gli insegnanti ad agire, in stretta collaborazione con i genitori, in un campo molto delicato della vita degli alunni. L’azione educativa esige l’esplicitazione dei presupposti antropologici che ispirano l’amore umano nel fidanzamento e nel matrimonio. Come risulta da una serie di ricerche internazionali e dagli esiti di un recente convegno, le scuole sessualmente omogenee facilitano l’acquisizione di una precisa identità sessuale da parte degli alunni e l’integrazione dei ruoli maschili e femminili nella vita familiare e professionale.

Nelle trasmissioni televisive, al cinema, sui periodici e nella rete si parla continuamente delle relazioni tra i due sessi in un modo che privilegia la superficialità dell’immagine, la fisicità, l’emotività e la soddisfazione erotica. Questo modello relazionale «virtuale», che è in radicale contrasto con la verità sull’uomo e con l’esperienza reale, non consente ai giovani di riflettere su se stessi, sulla propria e altrui interiorità, per potersi decidere

venerdì 22 aprile 2011

3° Congresso Internazionale sull’Educazione Differenziata












Varsavia, 7-8 ottobre 2011

III Congresso Internazionale sull’Educazione Differenziata
“Success in education - El éxito en la educación - Sukces w edukacji”


In occasione del III Congresso Internazionale sull’Educazione Differenziata organizzato da EASSE si riuniranno a Varsavia (Polonia) studiosi e insegnanti, esperti in tema di Educazione Differenziata.
Verranno presentate le pratiche didattiche e i risultati delle ricerche realizzate nell’ambito dell’Educazione Personalizzata e Differenziata, inoltre saranno oggetto di dibattito le esperienze acquisite grazie all’applicazione di questo modello educativo in numerose scuole pubbliche e private.

martedì 21 settembre 2010

Screen agers. La scuola può aiutare la formazione dell’identità sessuale degli studenti.

La scuola può offrire un contributo alla formazione dell’identità sessuale e di genere degli studenti?


Sembra di sì, a leggere lo studio (“Identità sessuale e di genere a scuola”) pubblicato dalla prestigiosa Rivista internazionale di scienze dell'educazione, “Orientamenti Pedagogici” (Erickson).

L'Autore, Giuseppe Zanniello, professore ordinario all'Università di Palermo e curatore del volume Maschi e femmine a scuola. Le differenze di genere in educazione (vedi "Studi cattolici", n. 586/2009), osserva che l'immagine virtuale delle relazioni tra i due sessi che emerge dalla maggior parte delle produzioni televisive e cinematografiche, dalle pagine web e da quelle cartacee, “privilegia la superficialità dell’immagine, la fisicità, l’emotività e la soddisfazione erotica”. Ma tale “modello è in radicale contrasto con la verità sull’uomo e con l’esperienza reale”. I primi a farne le spese sono i giovani, ai quali risulta sempre più difficile “riflettere su se stessi, sulla propria e altrui interiorità”, con tutto ciò che ne consegue.

C’è bisogno, quindi, di “una scuola che, nell’educare mediante la cultura, insegni loro che cosa significa essere padre o madre, marito o moglie; perché bisogna prendersi cura dell’altro con un amore profondo che non si limiti all’emozione epidermica”. In questa prospettiva, “si ritiene che, per lo sviluppo armonico della personalità, sia auspicabile l’accordo tra l’identità sessuale e l’identità di genere mediante una specifica forma di educazione”. Ma oggi l'affermazione in base alla quale “tutte le persone sono connotate anche dalla femminilità o dalla mascolinità” richiede di essere motivata, quindi l'Autore sviluppa i presupposti antropologici della sua tesi. Sottolinea, inoltre, i benefici di una flessibilità organizzativa e metodologica, che tenga conto anche di un importante dato delle ricerche internazionali: le scuole sessualmente omogenee facilitano l’acquisizione di una precisa identità sessuale da parte degli alunni e l’integrazione dei due sessi nella vita familiare e professionale.

(Recensione di Sergio Fenizia apparsa sul mensile “Studi cattolici”, n. 595, settembre 2010, pag. 651)

mercoledì 30 giugno 2010

Europa. Differenze di genere nei risultati dell’apprendimento

Un nuovo studio della rete Eurydice prende in esame le modalità attraverso le quali i paesi europei affrontano la tematica delle differenze di genere nell’ambito dell’istruzione.


La Commissione europea ha appena presentato lo studio della rete Eurydice, dal titolo Gender Differencies in Educational Outcomes: Measures Taken and Current Situation in Europe. Il Commissario europeo responsabile per l'istruzione, Androulla Vassiliou, ha così commentato: La correlazione tra genere e risultato educativo è mutata notevolmente nell'ultimo cinquantennio ed ora le differenze acquistano forme più complesse. Il personale scolastico è costituito principalmente da donne, ma i sistemi educativi sono gestiti da uomini. Il numero maggiore di laureati sono donne, mentre il fenomeno della dispersione scolastica interessa per lo più i ragazzi.
 
Fonte: LLP Trasversale
 
Vedi anche: Erica Cimò, "Differenze di genere: gli stereotipi rappresentano ancora la sfida maggiore per i sistemi educativi europei 15/06/2010"

venerdì 14 maggio 2010

Identità sessuale e di genere a scuola



L’attuale situazione di confusione teorica e pratica sulle tematiche della coniugalità richiede una specifica preparazione degli alunni ai rapporti corretti con le persone dell’altro sesso.

La diffusione di concezioni radicali in tema di identità sessuale e di identità di genere sollecita gli insegnanti ad agire, in stretta collaborazione con i genitori, in un campo molto delicato della vita degli alunni.

L’azione educativa esige l’esplicitazione dei presupposti antropologici che ispirano l’amore umano nel fidanzamento e nel matrimonio.

Come risulta da una serie di ricerche internazionali e dagli esiti di un recente convegno, le scuole sessualmente omogenee facilitano l’acquisizione di una precisa identità sessuale da parte degli alunni e l’integrazione dei ruoli maschili e femminili nella vita familiare e professionale.



 
Fonte: "Identità sessuale e di genere a scuola", di Giuseppe Zanniello, pubblicato sul bimestrale "Orientamenti Pedagogici", Rivista internazionale di scienze dell'educazione, edizioni Erickson, numero marzo/aprile 2010.